Giulieth; |
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| Una macchina arriva davanti all'istituto tecnico, parcheggiandosi sotto l'ombra di una quercia. Dalla portiera del passeggero scende una ragazza ansiosa di raggiungere i compagni sul pullman già acceso.
Sono le 13 del pomeriggio del 18 aprile, l'aria non è ancora calda ma il sole batte forte sulle teste degli abitanti di Pavia. Se le previsioni del meteo non avevano fatto cilecca, il nord Italia dovrebbe godere di qualche bella giornata soleggiata... Al contrario di quello che i ragazzi di quarta e quinta dovranno aspettarsi da Lisbona: "nuvoloso e poco costante" diceva il telegiornale online. Ma ciò poco importava; anche se ci fosse stato in arrivo un uragano, nulla avrebbe fermato Giulia che da quella gita non sapeva proprio cosa aspettarsi.
Aveva passato tutta la mattina a prepararsi, nonostante ciò che indossa sia ciò che di più semplice potesse scegliere: maglietta rosa rappresentate uno dei sette nani, felpa della ChupaChups grigia, jeans scuri (i suoi preferiti) e Lacoste blu ai piedi.
Guardandosi allo specchio la mattina, aveva pensato di essere abbastanza carina: i jeans stretti mimetizzavano le cosce troppo grasse e la felpa mostrava poco dei fianchi larghi.
L'effetto della birra inizia a farsi sentire... Non capisco ancora come io possa bere tre bicchierini di vodka senza che la testa mi giri, ma basta qualche sorso di birra per mandarmi fuori completamente.
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